ovvero, scopri i “cigni neri” delle nostre vite e come affrontarli.

Prima della scoperta dell’Australia gli abitanti del Vecchio Mondo erano convinti che tutti i cigni fossero bianchi: una convinzione inconfutabile, poiché sembrava pienamente confermata dall’evidenza empirica. L’avvistamento del primo cigno nero può essere stata una sorpresa per alcuni ornitologi. La vicenda evidenzia un grave limite del nostro apprendimento basato sulle osservazioni e sull’esperienza, nonché la fragilità della nostra conoscenza.

da “Il Cigno Nero”  di Nassim Nicholas Taleb

Che caratteristiche possiede il primo cigno nero? Che parallelismi possiamo vederci con i fatti di questi giorni?

  1. Rarità: innanzitutto è un evento isolato, che non rientra nel campo delle normali aspettative. Ne è un esempio l’attuale stato di disgrazia dell’Abruzzo, in cui il ritorno del terremoto si è sommato ai giorni di nevicate ininterrotte. Oppure il crack finanziario di banche locali, come lo stato di crisi arrecata alla provincia dal fenomeno Cassa di Risparmio di Ferrara
  1. Impatto enorme: in secondo luogo, ha un impatto enorme. Basti pensare alle vite perse in Abruzzo, ai danni catastrofici alle case, alle aziende, e alle attività di decine di migliaia di persone. Oppure l’impatto della crisi della Cassa di Risparmio di Ferrara su migliaia di risparmiatori, centinaia di milioni di euro di risparmi andati in fumo, e circa 300 persone a spasso sul territorio.
  1. Prevedibilità retrospettiva: in terzo luogo, nonostante il suo carattere di evento isolato, la natura umana ci spinge a elaborare a posteriori giustificazione della sua comparsa, per renderlo spiegabile e prevedibile. Presto assisteremo alle cause spiegate dai media, re-impastate sui social networks, e ascolteremo un vortice di opinioni di esperti improvvisati, esperti certificati e generalisti tuttologhi.
 

Il Cigno Nero è l’imprevisto

La logica del cigno nero rende ciò che non si sa molte più importante di ciò che si sa. Molti “cigni neri” sono ingigantiti proprio dal fatto che sono imprevisti. Se le nevicate ininterrotte per più giorni, abbinate a oscillazioni del suolo da scosse di terremoto fossero stati prevedibili, le organizzazioni presenti sul territorio (protezione civile, pompieri, ecc) sarebbero state più efficienti, numerose, capillarizzate, fornite di mezzi e strumenti a sufficienza. L’aspetto da valutare del cigno nero sui fatti del nostro Paese non si limita solo ai danneggiamenti, distruzioni, morti e disastri naturali, ma si deve estendere alle misure che sostengono la continuità delle vite umane, delle attività lavorative, dell’economia del territorio.  

Nuovi bisogni: garantire la “continuità”

Emerge la fondamentale esigenza di garantire la continuità dello stile di vita decoroso delle famiglie, della produzione, dei mestieri e del commercio, e di mantenere vivi i colori della speranza, della rinascita, dell’uscita dal tunnel. Vedere con i propri occhi i danni in Abruzzo, tra colline incantate e una gelida atmosfera di fiaba e paura, fa vivere emozioni strane, contrastanti. La neve che non si scioglie, e nel silenzio ovattato le case diventano prigioni inospitali, senza luce né gas né acqua. Le aziende, intrappolate da un oceano di neve, sembrano imbarcazioni spiaggiate e abbandonate dopo essere state assalite dai pirati. Nel silenzio degli uffici e dei magazzini tutto sembra evacuato di fretta. Le auto si incrociano nelle strade murate da metri di neve ai lati, rallentano e affiancandosi i conducenti si scambiano sguardi profondi, pensierosi, curiosi. Ascoltare le storie di persone che hanno perso tutto, a causa dello scatenarsi della natura o dell’economia drogata che ha ingurgitato spietata i risparmi e i beni delle famiglie, ci lascia scuri in volto, quasi increduli che tante persone debbano modificare il proprio stile di vita. Tutto sparato all’estremo della vita umana, fino alla fine della vita stessa di centinaia di persone. E rivolti al passato abbiamo uno storico di giustificazioni per il terremoto dell’Emilia nel 2012, i crolli di Lehman Brothers e delle borse mondiali del 15 settembre 2008, il disastro ambientale di Fukushima del 11 marzo 2011, per nominarne alcuni.  

La speranza data dal conoscere l’imprevisto

Forse la nostra capacità di andare avanti dipende da quanti cigni neri abbiamo incontrato e affrontato nel nostro cammino. La continuità per le nostre famiglie e per le nostre aziende dipende da quanto arginiamo e controlliamo il rischio, e da come reagiamo insieme al verificarsi del temuto ma non previsto incontro con il cigno nero.

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