Questo post è dedicato in modo particolare ai sessantenni “a tutto gasss!”, ma è meglio se lo leggano anche quelli più giovani.
Stiamo per scrivere, infatti, di un qualcosa che ci potrebbe impoverire più che il fallimento della vostra banca: la voragine economica generata per sostenere la nostra non-autosufficienza.

Aggiornamento – Abbiamo pubblicato questo post e 24 ore dopo Il Fatto Quotidiano pubblica la denuncia del presidente dell’Auser Enzo Costa, in un articolo dal titolo indicativo: “Terza età, “in Italia oltre 500mila famiglie indebitate per pagare le spese di assistenza”. Vi consigliamo di leggere prima questo articolo e, poi, il nostro post.

“Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così il trauma è bello che superato. Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno. Poi ti dimettono perché stai bene e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio”

Woody Allen

Diciamoci la verità, o meglio, non raccontiamoci delle balle: gran parte degli ultrasessantenni può guardare avanti con un po’ più di serenità:

  • la prima casa è di proprietà al 100%, le rate del mutuo sono un ricordo lontano;
  • se sei stato/a bravo/a puoi pensare anche a passare l’estate o l’inverno nella seconda casa al mare o in montagna. Anche qui il mutuo è stato estinto e non ti resta che pensare alla manutenzione e alla maledetta tassa sull’immobile;
  • Il conto in banca è in attivo ed è abbinato a risparmi investiti in polizze vita, titoli di stato, fondi, azioni o un mix di tutto per diversificare il rischio.

Come ti sei potuto/a permettere tutto questo?

Come sei riuscito/a ad accumulare e saldare debiti mentre crescevi una famiglia, mandavi all’università i tuoi figli e li portavi in vacanza almeno una volta all’anno?
Rinunciando ad alcune uscite, ad un nuovo abito, o magari a delle spese che ritenevi “inutili”.
In una parola: sacrificio.
SA-CRI-FI-CIO!

Hai saputo sacrificare alcuni bisogni non urgenti, non necessari, per soddisfarne altre fondamentali: il bisogno di sicurezza della tua famiglia.
Hai saputo gestire le tue spese: se in famiglia entravano “100 lire” non potevi avere spese che superassero 75/80 lire, in modo che 15/20 lire potessero essere messe da parte.
E non una volta all’anno, ma tutti i santi mesi!

Hai risparmiato per 30/35/40 anni per dare alla tua famiglia delle sicurezze concrete, tangibili, reali: il tuo patrimonio di beni immobili (case) e mobili (risparmi, azioni, titoli ecc).

Cosa ti aspetterebbe se fossimo nel 1970?

Probabilmente i tuoi figli avrebbero un lavoro a tempo indeterminato, con uno stipendio sufficiente a vivere dignitosamente e che consente loro di risparmiare, come prima hai fatto tu.
Il lavoro dei tuoi figli sarebbe senza email, cellulare, whatsapp e stress derivante dal mercato. Pertanto avrebbero più tempo per occuparsi di te, fare la spesa, e aiutarti nella gestione della casa.

La tua pensione, paragonata al costo della vita, ti consentirebbe di vivere discretamente bene.
La sanità pubblica sarebbe in grado di offrirti cure a costo zero, o quasi.
Se dovessi affrontare la tua non-autosufficienza riusciresti a trovare sostegno da parte del sistema pubblico e dei tuoi famigliari.
Presumibilmente il tuo orizzonte temporale arriva al massimo a 76/77 anni di età, per poi lasciare tutto ai tuoi figli e nipoti.

Cosa ti aspetta nel 2017?

Probabilmente i tuoi figli non hanno un lavoro a tempo indeterminato. Se ce lo hanno sai che è “meno sicuro di un tempo”, con uno stipendio spesso insufficiente e che richiede qualche intervento risanatorio tuo e del tuo partner. In altre parole, ogni tanto ti tocca fare un regalino di X mila € ai tuoi figli già adulti.
Il lavoro dei tuoi figli è condito da email, cellulare, whatsapp e stress derivante dal mercato. Probabilmente non lavorano in città e investono ore in spostamenti in auto, richiedendoti un aiuto con i tuoi nipoti, per portarli alla lezione di sport, di lingue, dagli amici di scuola, ecc. ecc. ecc.

La tua pensione, paragonata al costo della vita, ti consentirebbe di vivere discretamente bene, ma senza risparmiare più di tanto.
La sanità pubblica non è più in grado di offrirti cure a costo zero e anche cure necessarie sono costose.
Se dovessi affrontare la non-autosufficienza difficilmente i tuoi figli potranno accudirti direttamente. Dovrai ricorrere all’assistenza domiciliare o al ricovero, con conseguenti costi molto pesanti.
Presumibilmente il tuo orizzonte temporale arriva al massimo a 79/83 anni di età, per poi lasciare tutto ai tuoi figli e nipoti.

non-autosufficienza e vecchiaia

Tradotto:

  • vivrai più a lungo
  • i costi delle cure mediche e assistenziali a tuo carico aumenteranno
  • i tuoi figli avranno meno tempo e risorse per aiutarti, anzi, ne avranno bisogno anche loro.

Cosa puoi fare per tutelare il tuo patrimonio?

Ancora oggi devi aiutare i tuoi figli e le loro famiglie. Pensi che loro riescano non solo a fare a meno del tuo aiuto ma anche ad aiutarti con le spese a cui dovrai andare incontro per farti assistere?
Come puoi fare a tutelare quello che hai messo da parte? A non trovarti a dover ipotecare la casa per pagare l’assistenza domiciliare?

Innanzitutto puoi informarti sul funzionamento, sul costo e sull’attivazione di una polizza di non-autosufficienza.

In 4 passi ecco di cosa si tratta:

  1. sì a una rendita mensile a vita per i costi assistenziali;
  2. garanzie semplici da attivare, comprensibili da un bambino;
  3. premio detraibile al 19% fino a 1.236 € e rendita mensile non tassata;
  4. no vincoli contrattuali e obbligo di durata

 

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